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Parma-Juve, Marchionni: “Salvezza? A Chivu servono due vittorie. Tudor merita la conferma”

Lo storico doppio ex Marco Marchionni presenta in ESCLUSIVA Parma-Juventu: Chivu ospita Tudor, uno ha risollevato i crociati, l’altro i bianconeri. Al Tardini in palio punti pesanti per la salvezza e per la qualificazione Champions

Marco Marchionni, doppio ex di Parma-Juventus
Marco Marchionni, doppio ex di Parma-Juventus (Lapresse)

Parma–Juventus non sarà mai una partita come le altre. Se il derby con la Reggiana è il più sentito per identità territoriale, la sfida contro i bianconeri è la madre di tutte le battaglie per il popolo crociato. Una rivalità accesa, vibrante, lunga 35 anni, iniziata nel lontano 1990, anno dell’esordio del Parma in Serie A.

Da allora, le due squadre si sono sfidate senza esclusione di colpi, sul palcoscenico nazionale e anche oltre i confini europei. Una storia di duelli, tensioni, emozioni… e tanti intrecci di mercato. Da Buffon a Thuram, passando per Dino Baggio, fino ad arrivare a Marco Marchionni.

Marco Marchionni, ai tempi del Parma

Marco Marchionni, ai tempi del Parma (Lapresse)

Quest’ultimo, attuale allenatore del Ravenna, nel Girone D di Serie D, intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, ha ripercorso i bei momenti vissuti in Emilia e nella Torino bianconera, soffermandosi sul momento attuale vissuto dalle due squadre, in lotta rispettivamente per la salvezza e per la zona Champions, attese dalla sfida del Tardini, in programma lunedì alle 20:45.

Parma e Juventus sono state per Te esperienze entrambe positive, piene di bei ricordi. Se dovessi sceglierne uno per squadra, quale ti viene subito in mente?

“Con la Juventus è facile: la vittoria a Madrid col Real. Con il Parma ce ne sarebbero tante, ma il momento più bello è stata la salvezza conquistata a Bologna nel 2005, grazie alle reti realizzate da capitan Cardone e Gilardino“.

Marco Marchionni, ai tempi della Juventus

Marco Marchionni, ai tempi della Juventus (Lapresse)

Durante la tua esperienza a Parma, hai segnato tanti gol alle big, uno anche alla Juventus nel 2005, che pareggiò il vantaggio iniziale dei bianconeri siglato da Ibrahimovic?

“Quando affronti la Juventus sai che devi sempre rendere al massimo. In quella sfia, se non ricordo male, affrontammo una Juve che fu tutt’altro che schiacciasassi, nonostante fosse una squadra composta da tanti giocatori forti. In quel periodo il Parma riusciva a mettere in difficoltà chiunque in casa e con la Juve disputò una buona partita”.

Considerando la stagione complicata della Juventus, per il Parma potrebbe essere l’occasione di sgambettare una big?

“Sarebbe anche ora. Purtroppo il Parma ha incontrato diverse difficoltà in stagione, ha cambiato allenatore e nella precedente gestione Pecchia, dopo essere passata in vantaggio, la squadra non riusciva a chiudere le partite. Questa è stata una delle pecche principali”.

Alla luce di quelli che saranno i prossimi impegni, il Parma rischia la retrocessione o può farcela?

“Per i punti che ha, direi di sì, ma serve continuità. Adesso Chivu ha ridato continuità, che è quello che serve all’ambiente, ma restano sei partite e tanti punti in palio. Il Parma ha bisogno almeno di due vittorie per essere più tranquillo. Dipenderà anche dai risultati delle altre”.

Chivu Parma

Cristian Chivu. Credit: Parma Calcio 1913

Al Monza manca solo l’aritmetica per la B, il Venezia si è rifatto sotto dopo la vittoria nello scorso weekend. Tra Empoli e Lecce, chi rischia di più?

“L’Empoli ha dimostrato di saper giocare, ma quando mancano i risultati è dura. Il Lecce è abituato a lottare per la salvezza. Non vedo una favorita, entrambe hanno esperienza in queste situazioni. Molto dipenderà dalla prossima partita: se il Venezia fa risultato a Empoli, cambia tutto”.

Chivu ha perso solo a Udine. In cosa pensi abbia inciso più del predecessore Pecchia?

A volte il cambiamento è solo mentale. Il cambio in panchina può dare una scossa, non per forza per meriti tecnici immediati. Chivu ha dato sicurezze, ma sono i calciatori a fare la differenza. Credo che l’aspetto mentale sia cambiato molto. Con Pecchia si facevano ottime partite, ma non arrivavano i risultati: questo ti logora”.

Adrian Bernabé, Parma

Adrian Bernabé, Parma (LaPresse)

Il Parma è la squadra più giovane della Serie A. Tra le nuove leve, chi pensi possa fare comodo alla Juventus?

“Credo che Bernabé sia un ottimo centrocampista. Però giocare alla Juventus è un’altra cosa: ci sono pressioni costanti. A Parma magari vieni coccolato, alla Juve sei sotto esame ogni giorno. Bisogna vedere chi ha davvero la mentalità per quel livello”.

A proposito di Juve, da cosa dipende la stagione altalenante. Nuovo progetto, nuovo allenatore, inesperienza di alcuni giocatori, mercato?

Parlare della Juve quest’anno è complicato. Hanno preso giocatori importanti, che avevano già fatto bene in Italia, e un nuovo allenatore. Ma a volte si dà per scontato che un tecnico che abbia fatto bene con un determinato tipo di calcio l’anno precedente, possa subito funzionare al debutto in un ambiente come la Juventus“.

Giuntoli Kolo Muani-Juve

Giuntoli, Juventus LaPresse

“Oltre a questo non va sottovalutato il fatto che quando si gioca contro la Juve, le squadre avversarie mettono in campo molto più del 100%. Se affronti il Bologna, magari non serve un’intensità così alta. Ma contro Juve, Milan o Inter, ogni giocatore cerca di dare ancora di più, e si creano dinamiche difficili da spiegar”e.

Purtroppo, la Juve non ha fatto ciò che ci si aspettava dalla dirigenza e dai tifosi. Dopo aver visto il gioco di Thiago Motta lo scorso anno, si sperava di ripetere quell’identità. Ma si sa che alla Juve contano i risultati: se c’è anche il gioco, tanto meglio, ma quello che conta davvero è vincere“.

Tudor Motta Juve

Tudor, attuale allenatore della Juventus, e Thiago Motta, ex tecnico bianconero (Lapresse)

Ti ha sorpreso il cambio in panchina con l’arrivo di Tudor? Se dovesse qualificarsi in Champions, meriterebbe una conferma?

Credo che Tudor si stia meritando la possibilità di una conferma. Probabilmente, al momento dell’incarico, la società aveva già parlato con lui di questo. Ha inciso molto, soprattutto a livello mentale. I giocatori sono sempre gli stessi, ma adesso stanno rendendo. Alla Juventus tutto dipende dai risultati. Se andranno bene, potrebbe restare. Ma alla Juve a volte si cambia anche se si fa bene, dipenderà dai piani della società”.

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Scritto da

Giornalista pubblicista dal 2022, Laureato in Lettere Moderne e Giornalismo e Cultura Editoriale e Multimediale. Il calcio è la miglior medicina, ma consiglio vivamente anche le altre pillole sportive. Vivo e sogno ad occhi aperti, il traguardo più importante è il prossimo.

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