Se tornate indietro di qualche mese e provate a vedere i pronostici sulla Conference League, sono in linea con le semifinali. Siamo tutti degli indovini? No, ma l’imprevedibilità del calcio in una competizione simile sembra quasi oscurata dalla troppa differenza tecnica tra alcuni club. Da una parte le big che sono costrette a schierare la “seconda squadra” e dall’altra società non molto conosciute che cercano il miracolo. Ci è riuscito il Jagiellonia, arrivando tra le top 4, ma per il resto il copione non ha avuto molta suspense.
Conference scontata, quali sono i motivi?
In Conference League da inizio anno tre squadre hanno sempre avuto le luci dei riflettori addosso: il Chelsea, la Fiorentina e il Betis. Tutte e tre sono in semifinale e senza neanche essersi sforzate molto, per cercare di dosare le forze anche per gli impegni dei rispettivi campionati. Rispetto all’Europa League e la Champions c’è un maggiore dislivello. Certo, questa competizione è nata per “ospitare” club minori, ma non sembra abbia fatto breccia nei cuori dei tifosi. La sesta o settima in classifica della Serie A, così come degli altri top campionati, sarà sempre di gran lunga superiore ai club appartenenti alle federazioni che hanno diritto a portare più squadre. Come se nella Serie B o Serie C giocassero Juve, Inter, Milan o altre società storiche. Ne verrebbe meno l’equilibrio della competizione.

(Photo by Massimo Paolone/LaPresse)
Come riformare la Conference League
La soluzione più drastica sarebbe una: unire la Conference all’Europa League, sempre vietando le retrocessioni dalla Champions e sviluppando un grande playoff per questo nuovo e ipotetico torneo, prima del girone unico nato in seguito al nuovo format pensato dall’UEFA. La separazione delle due manifestazioni non ha portato grandi risultati come impatto mediatico, in pochi seguono la Serie C europea. Un’alternativa per alzare il livello potrebbe essere quella di dare spazio a più club dei campionati maggiori (magari anche all’ottava in classifica), da far entrare in gioco in una seconda fase del gioco, lasciando la prima parte alle società meno blasonate. E poi magari cambiare la formula e inserire un regolamento stile Coppa delle coppe con scontri diretti senza gironi. Insomma, il materiale per dare più appeal alla Conference c’è. Ma se dovesse continuare a svilupparsi in questo modo, difficilmente si avrà anche la voglia di vederla o giocarla.
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