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Milan, al peggio non c’è mai fine. Ora le scelte: ds prerogativa, poi chissà

Il k.o contro la Lazio ha infuocato il clima di contestazione in casa Milan. Tutti sotto accusa, ma adesso l’imperativo è la programmazione

Milan
Sergio Conceicao (Lapresse)

Potrebbe andare peggio… potrebbe piovere”: Frankestein Junior, istantanea perfetta del momento a casa Milan. Riuscire a trovare un granello positivo del mare magnum di negatività che sta portando alla deriva i rossoneri è cosa difficile. Anche per un sergente di ferro come Sergio Conceiçao che ne post-Lazio si è detto sicuro di una cosa: “Lo spogliatoio? Mi segue”. E sarà sicuramente così: lui è l’allenatore, lui osserva i propri ragazzi per tutta la settimana, lui ha – concretamente – il polso della squadra. Ma proprio questa dicotomia: squadra-mister, è quella che più lascia interdetti. 

Milan Sergio Conceicao

Sergio Conceicao (Lapresse)

Ormai è un dato di fatto: questo Milan non è a margine e somiglianza di Conceiçao. Innanzitutto sotto il profilo caratteriale, poi sotto l’aspetto tecnico-tattico. Theo e compagni sono allo sbando, ma non da adesso. La cronaca delle ultime settimane restituisce un quadra drammatico che – in sole due settimane – ha bruciato tutti i jolly a disposizione. Prima la Champions, poi la Coppa Italia e adesso il campionato. Quel nono posto a quota 41 punti, a -6 dal Bologna (momentaneamente in Conference) è la testimonianza diretta di una stagione fallimentare sotto il profilo sportivo. 

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Contestazione totale in casa Milan: non potrebbe essere altrimenti 

La spaccatura con la tifoseria è totale: contro la Lazio sembrava di esser tornati a qualche anno fa. Agli anni più bui della stagione rossonera, dove il pubblico scarseggiava e i tifosi mormoravano a ogni tocco di palla. La Sud ha deciso di protestare, entrando dopo 15 minuti da fischio d’inizio e inondando di fischi praticamente tutti. Calciatori, tecnico e dirigenza: tutti sotto accusa. Poi, come spesso accade, il destino ci ha messo del suo: prima con l’illusione Chukwueze a cinque dalla fine, poi con il penalty concesso (e realizzato da Pedri) dopo un fallo di Maignan su Isaksen. E la frittata è servita: gol vittoria biancoceleste a poche manciate di secondi dal triplice fischio ed ennesima coltellata al Milan. 

Diesse, tecnico e calciatori: tutte le priorità

Il silenzio misto a contestazione della Sud (che ha esposto un solo striscione: “Solo per la maglia”) è stato tema di discussione nel post-gara. Conceiçao ha detto di non aver mai allenato in uno stadio così e che “i giocatori sentono quello che c’è intorno al club”. Dichiarazioni che hanno mandato su tutte le furie i tifosi del diavolo, dopo le parole di Giorgio Furlani nel pre-gara di Milan-Lazio. L’amministratore delegato rossonero ha bollato come “insufficiente” la stagione rossonera e si è dichiarato lui stesso colpevole. Ma il punto centrale della discussione è stato (e sarà) quello relativo al futuro. A partire dalla figura del direttore sportivo. 

Milan Giorgio Furlani

Giorgio Furlani (Lapresse)

Secondo La Gazzetta dello Sport, nelle scorse ore Ibrahimovic e Cardinale hanno incontrato Berta, Paratici e Tare. Sul tema Furlani non ha voluto sbilanciarsi: “Se ci sono figure che possiamo portare nel club per aiutarci a raggiungere i risultati che vogliamo ottenere le considereremo. In questo momento non è stata presa nessuna decisione su questo profilo”. Ma sarà proprio questo il vero nodo da sciogliere. In una stagione disastrosa, la progettualità e il futuro sono l’imperativo categorico. Programmare le scelte di mercato e, prima di tutto, in panchina deve essere l’obiettivo numero uno. “Adesso siamo focalizzati tutti per lavorare duro” ha commentato Furlani. Ma la sensazione è che sia arrivato il momento delle scelte: priorità ds, poi allenatore e calciatori. La scaletta è già pronta. 

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