“C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico“, avranno pensato i tifosi del PSG osservando Joao Neves in campo. Come Pascoli ne L’aquilone, anche il Parco dei Principi è stato sommerso dalla nostalgia guardando il giovane centrocampista portoghese, che per qualche secondo ha riportato in Francia la bellezza tecnica di Verratti. Maglia nei pantaloncini, viso pulito e movenze vintage. A tratti un calciatore di altri tempi. Ma con il pallone tra i piedi è totale, moderno, esattamente l’opposto di quello che fa apparire.
Joao Neves, un Mozart che sa sporcarsi
Per la sua eleganza lo chiamano il piccolo Mozart, ma in campo ha dimostrato che sa sporcarsi molto. Tanta corsa e tenacia, oltre a una grande quantità di palloni recuperati. Caratteristiche che permettono a Luis Enrique di reggere un centrocampo leggero come quello composto da Joao Neves-Vitinha-Fabian Ruiz. Non fa tantissimi gol, ma contribuisce a crearne: in stagione ha messo a segno 14 g+a (gol e assist) e considerando che i parigini hanno un tridente che totalizza tutti i tabellini, è una cifra ottima.

Statistiche Joao Neves – UEFA Champions League
La scuola portoghese non mente, così come Vitinha, con il pallone tra i piedi anche Joao Neves sa quello che deve fare. Non lo perde mai. Tantissimi tocchi corti, ma anche lanci lunghi se necessario, come dimostrano i suoi dati che riassumono le sue prestazioni in Champions League in questa stagione. L’Inter dovrà studiare bene tutte le soluzioni che propone per non farsi trovare impreparata contro un centrocampo dinamico e a volte imprevedibile. Il 2004 portoghese è una lavatrice, sa ripulire tutti i palloni. Ma sa anche aggredirli e intercettarli. Un mediano intelligente, che si trova al posto giusto al momento giusto. E le statistiche della UEFA vanno in questa direzione.

Joao Neves, statistiche UEFA Champions League
Inter, osserva Joao Neves: masterclass contro il City
“Il calcio si gioca con la testa, i piedi sono strumenti”, disse Andrea Pirlo. Certo per lui che era benedetto dal Dio del calcio era molto più semplice. Joao Neves non ha la visione illuminante del Maestro, ma mette in campo tanta intelligenza e molto pensiero. E nella League Phase di Champions contro il Manchester City lo ha dimostrato con una prestazione illuminante. E non solo per il gol. Ha mandato in tilt le linee di pressing e di difesa degli inglesi, grazie alla sua capacità di relazionarsi con il reparto. Rotazioni continue e sempre puntuali. Barella-Calhanoglu-Mkhitaryan avranno un duro compito. Non potranno distrarsi, infatti il portoghese ha dimostrato anche una grande capacità di riaggressione e anticipo, trasformando l’azione da difensiva a offensiva.

(AP Photo/Thibault Camus) – Associated Press/LaPresse
Corre anche per gli altri, per liberare spazi alle ali e mandarle al tiro. Un must di pensiero, riassunto bene nell’analisi di Giovanni van Bronckhorst. Anche Pep Guardiola è rimasto impressionato dalla sua prestazione, anche se non lo ha detto in modo esplicito: “Si sono mossi tutti con buon senso, sia in difesa che in attacco”. E il professore del buon senso è stato proprio Joao Neves che al termine del match ha completato addirittura 26 pressing e 7 tiri. Una presenza costante sul collo degli avversari. E forse allora i 70 milioni spesi in estate per strapparlo al Benfica, non sono poi così troppi. Parigi ha il suo mastino e se Inzaghi vuole la Champions deve metterlo in gabbia.
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