Il Napoli pesca ancora in Premier? De Bruyne nel mirino
Quella di un Napoli che si sarebbe fiondato su De Bruyne, è una notizia che nelle ultime ore si è fatta strada con forza. Il belga ha infatti annunciato qualche settimana fa l’addio a fine stagione al City. Un’ipotesi che collegherebbe nuovamente la città di Manchester, come un filo ininterrotto che scavalca il confine tra United e City. Il belga infatti farebbe coppia con Scott McTominay, altro gioiello del mercato partenopeo che ha trovato una stagione dominante.
De Bruyne come McTominay? I numeri a confronto
E’ vero, si parla di categorie totalmente diverse. I due giocatori appartengono per ora a palcoscenici e prospettive differenti, con il belga che ha portato un nuovo modo di interpretare il ruolo. Eppure, al Napoli anche McTominay ha ottenuto una dimensione da giocatore che può incidere in ogni partita e scrivere così la sceneggiatura di un’intera stagione. Lo scozzese, oltre ad aver fatto registrare la stagione più prolifica della sua carriera, ha allargato il suo raggio d’azione spostando le proprie mire espansionistiche verso l’area di rigore avversaria. Nelle 255 presenze col Manchester United, il nativo di Lancaster aveva trovato 29 reti, mentre soltanto in questa annata sono arrivati 12 sigilli in 33 apparizioni totali; il tutto porta ad una media spaventosa di 1 timbro ogni 2,75 incontri.

Kevin De Bruyne e Pep Guardiola (LaPresse)
Il tutto però sembra subire un ridimensionamento se paragonato all’impatto devastante di De Bruyne con il mondo City. E’ stato anello di congiunzione durante il processo di transizione da realtà solida in Premier a squadra più dominante d’Europa. In questo senso, i suoi 108 gol e 177 assist in 418 partite “all-comps” (in tutte le competizioni), dimostrano come sul lato tecnico il suo innesto avrebbe il potenziale di scuotere ancor di più dalle fondamenta la Serie A. Oltre a ciò, va sottolineata la differenza nel modo in cui i due arrivano a decidere le partite negli ultimi metri di campo: McTominay viaggia di puro istinto, di senso della verticalità; De Bruyne invece è rifinitore, accentratore nella fase di costruzione e talvolta fine ultimo dell’azione, ma con meno muscolarità e più senso della giocata.

McTominay Napoli (LaPresse)
Un pittore fiammingo per dare a Conte motivi validi per rimanere
Un colpo che avrebbe una risonanza pazzesca, per lo spessore del nome e per le caratteristiche e la caratura che aggiungerebbe ad un centrocampo potenzialmente ingiocabile. Kevin De Bruyne è stato senza ombra di dubbio il centrocampista più influente e impattante negli ultimi dieci anni di calcio: un artista che con le sue pennellate ha colorato le notti europee del Manchester City, scrivendo pagine iconiche di una storia incancellabile. Un omaggio con causale “scudetto” che DeLaurentiis potrebbe pensare di recapitare all’indirizzo di Antonio Conte: il tecnico, durante le ultime conferenze stampa ha spesso lanciato messaggi criptici, quasi da passo di addio. Un profilo del genere invece, potrebbe convincere l’allenatore a continuare la sua avventura al “Maradona”, dopo la cessione pesante di Kvaratskhelia che da gennaio ha tolto molta profondità offensiva al Napoli.
De Bruyne lo conferma: il Napoli e la Premier League, un sodalizio ormai consueto
Proviamo a creare un perimetro temporale su cui basarci: nell’arco delle ultime sei stagioni, quindi partendo dall’annata 2019/20, il Napoli ha cominciato a rinforzare quel canale diretto di comunicazione con la Premier League. Una frontiera di mercato diventata una delle principali fonti di acquisti provvidenziali per mettere le basi e poggiare le fondamenta del progetto con Spalletti e di quello firmato Antonio Conte. Andando a ritroso, possiamo citare gli acquisti di David Ospina e Fernando Llorente nell’estate 2019: il primo si è preso i pali nel periodo pre-Meret, il secondo ha collezionato 29 presenze, graffiando anche lo storico 2-0 casalingo contro il Liverpool di Klopp (che qualche mese prima si era laureato campione d’Europa).
Due centrocampisti agli antipodi
Di minore spessore, sia a livello tecnico che per l’apporto offerto, il prestito annuale di Tiemoué Bakayoko dal Chelsea nel 20/21: pochi acuti e troppe sbavature sparse nelle 44 apparizioni raccolte in quella singola stagione. Nel 21/22 arriva invece il primo tassello di un centrocampo che si sta avviando verso un completo restyling: Zambo-Anguissa si impone grazie alla presenza fisica, ai muscoli e all’abilità nella doppia fase, dove sa essere anche incisivo sotto porta. Il camerunense raggiunge due picchi massimi nel rendimento, che coincidono con lo scudetto dominante dell’era Spalletti e con quest’ultima stagione, dove ha ritrovato continuità dopo un anno di appannamento. Di recente ha raggiunto la sua 150esima con la maglia dei partenopei, portando in dote 11 gol e 18 assist. Il prezzo di acquisto? Circa 17 milioni di euro, per un rapporto qualità-prezzo spaziale.

L’esultanza di Anguissa in Napoli-Verona (LaPresse)
Qualche battuta di arresto
Meno fortunati invece gli acquisti di Ostigard dal Brighton e di Ndombelé in prestito annuale dal Tottenham: entrambi hanno partecipato alla stagione da sogno del terzo leggendario scudetto, ma senza lasciare un’impronta consistente. Il norvegese ha trovato più spazio nella scorsa annata, arrivando a 43 partite totali con la maglia del Napoli, ma le troppe sbavature difensive non ne hanno alzato il livello di affidabilità. Il francese invece ha raggiunto quota 40 apparizioni, ma giocando solo 31 minuti di media per allacciata di scarpe. Sulla stessa lunghezza d’onda gli evanescenti Leander Dendoncker (in prestito semestrale dal Wolverhampton, solo 21 minuti racimolati in 3 scampoli di partita) e Hamad Junior Traoré (11 volte in campo e apporto offensivo nullo).
La stagione ancora in corso
Per quanto riguarda Philip Billing invece, a fare la differenza è una sola sliding door: anche per lui c’è poco spazio, ma ha trovato un acuto fondamentale per pareggiare lo scontro diretto con l’Inter l’1 marzo. Di McTominay e del suo impatto dominante abbiamo già parlato in maniera esaustiva, mentre su Lukaku e Gilmour ci sarebbero delle cose interessanti da dire. Il belga è costato 30 milioni, ma la doppia doppia da 12 gol e 10 assist è un bottino niente male, che racconta in parte la sua stagione spesso vissuta come punto di riferimento tattico dalla squadra. Un altro centrocampista scozzese, ma non gli stessi numeri dell’ex United: 14 milioni per prelevarlo dal Birghton, Gilmour ha dimostrato di essere un’ottima alternativa a Lobotka e di dare anche profondità di scelta a Conte, che in alcuni match si è affidato al doppio regista affiancando il classe 2001 allo slovacco.
L’apertura al Napoli e le altre offerte sul piatto
Il belga avrebbe aperto ai partenopei, eppure non siamo alle battute finali dell’operazioni. Si tratta infatti della fase embrionale della trattativa, visto che lo stesso De Bruyne non vorrebbe arrivare alla scelta con fretta. Il classe 1991 ha offerte anche da altri club e negli ultimi mesi era stato cercato con insistenza dall’All Nassr e in MLS, dove tiene banco la prospettiva del New York City (club in orbita City Group, i proprietari del Manchester City).
Quella gita nel 2016 fa sognare i tifosi azzurri…
Non è un indizio di mercato, ma può arricchire di fascino quella che al momento rimane una forte indiscrezione. Kevin De Bruyne era già stato in visita a Napoli: nel 2016 infatti, il belga era stato ospite di Dries Mertens, compagno di nazionale e allora punto fermo della squadra partenopea. Di seguito la testimonianza social postata da Katrin, moglie dell’ex numero 14 del Napoli, che ritrae il fantasista in compagna della sua compagna Michele Lacroix e dei coniugi Mertens.

Mertens, De Bruyne e le proprie compagne a cena a Posillipo nel 2016 (Instagram)
Luca Ottaviano
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