Inter-Roma raccontata dal duello a distanza sulle panchine
Da una parte, una squadra che ha imparato col tempo a diventare grande e che tra le sapienti mani di un condottiero di primordine ha riscoperto la sua vera natura. Dall’altro lato del rettangolo verde, un gruppo che ha perso smalto e nelle ultime settimane ha tirato il freno ed è sembrato entrare in riserva di carburante. Inter-Roma però è raccontata solo in parte dai momenti di forma delle due compagini, visto che anche qualche metro fuori dal campo si gioca una partita a scacchi tra due pensatori di assoluto livello.

Claudio Ranieri e Gianluca Mancini, allenatore e difensore della Roma (Lapresse)
E’ Inzaghi contro Ranieri, atto sesto di una rivalità che affonda le proprie radici in un passato abbastanza recente, ma che per entrambi ha un valore capitale. I nerazzurri per ruggire nuovamente dopo qualche passo falso che ha minato le consapevolezze della squadra, mentre i giallorossi non vogliono spezzare un ritmo impressionante che li vede imbattuti in Serie A dallo scorso 15 dicembre.
“Sir Claudio” vuole raddrizzare qualche statistica
La partita di domani è un crocevia fondamentale del campionato, uno snodo centrale nella narrazione di questa Serie A. Da San Siro passano gran parte delle ambizioni da scudetto dell’Inter, ma anche quelle residue speranze Champions per la Roma. In questo contesto, si inseriscono una serie di statistiche provvidenziali nel dare più profondità al duello a distanza sulle panchine. Simone Inzaghi e Claudio Ranieri si incontrano per la sesta volta, ma lo score pende nettamente dalla parte del piacentino: soltanto 1 vittoria infatti per il tecnico testaccino, che è invece andato al tappeto in 3 occasioni e ha strappato 1 pareggio.

Lautaro Martinez e Manu Koné Roma-Inter (LaPresse)
E per risalire a quell’unica gioia, “Sir Claudio” deve riavvolgere il nastro al 17 ottobre 2020, in un Sampdoria-Lazio terminato 3-0 con i gol di Augello, Damsgaard e Quagliarella. In sostanza, siamo d’avanti ad una rottura prolungata che si protrae da circa 1654 giorni, un’eternità se si ragiona in termini calcistici, dove tutto è soggetto a cambiamenti molto repentini. Se questa motivazione non riuscisse a scuotere dalle fondamenta la sua Roma, Ranieri potrebbe comunque appellarsi ad un altro ruolino di marcia da aggiustare: nei 34 precedenti contro i nerazzurri, i successi sono 7, a fronte di 14 pareggi e 13 sconfitte; il tutto porta ad una media di 1,03 punti per partita.
I numeri si schierano dalla parte di Inzaghi?
In un primo momento, quasi ingenuamente, si potrebbe rispondere che i favori del pronostico siano tutti dalla parte dell’allenatore ex Lazio. Eppure, allargando l’inquadratura e spostando l’attenzione al rendimento recente, l’analisi cambia e accetta altri elementi nell’equazione. L’Inter è vistosamente in debito di ossigeno, nel tritacarne di un calendario congestionato da impegni e con una panchina che risponde soltanto a singhiozzi. Le due sconfitte consecutive tra Bologna e derby hanno posto l’accento su un fattore centrale: manca quell’apporto dalle riserve che permetta ai titolari di prendersi un turno di “load management” (o più semplicemente, gestione dei carichi di lavoro).

Inter, Alessandro Bastoni (Lapresse)
A mancare non è la presenza offensiva (visto che l’unico ad offrire colpi è al momento un Arnautovic in versione “super.sub”), bensì il lavoro sotto traccia, o le letture in un sistema di gioco che vive di dettagli e sottigliezze. Elementi che hanno portato ad un mese di aprile con 2 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte, sicuramente non al passo con un marzo quasi perfetto. E Inzaghi è consapevole che contro Ranieri siano vietati ulteriori passi falsi.
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