Storie di ex: Chivu sfida l’Inter
“Il mio passato non lo posso negare: ho passato dentro quella società 13-14 anni e quindi la mia stima e riconoscimento c’è stata, c’è e ci sarà per sempre“. 7 da calciatore, 6 da allenatore (3 nelle giovanili, Under 14, 17 e 18; 3 in Primavera), Parma-Inter non è una partita come le altre per Cristian Chivu.
L’allenatore del Parma affronterà sabato al Tardini (calcio d’inizio ore 18:00) i colori che gli hanno regalato le maggiori soddisfazioni della sua carriera e cercherà di ostacolare il percorso della compagine di Simone Inzaghi nella corsa al titolo, visto che i ducali hanno necessariamente bisogno di far punti per mantenere vive le speranze salvezza.

Chivu Parma (Lapresse)
Inter favorita, ma…
Nonostante sulla carta l’Inter goda dei favori del pronostico, il Parma non parte battuto. Gli emiliani hanno lasciato per strada diversi punti contro le dirette concorrenti, motivo per cui nelle prossime quattro uscite stagionali in cui oltre ai nerazzurri, sfideranno anche Fiorentina, Juventus e Lazio, avranno bisogno di lanciare il cuore oltre l’ostacolo per restare aggrappati al treno salvezza. Chivu ci crede e carica i suoi alla vigilia: “Affrontiamo la migliore squadra d’Italia e una delle migliori in Europa. Si parte alla pari, anche se loro sono favoriti, ma noi siamo pronti a fare tutto per metterli in difficoltà“.
Quanti bei ricordi nella Milano nerazzurra…
Arrivato all’Inter nell’estate del 2007 dalla Roma, Chivu ha scritto la storia con la maglia dell’Inter. Il punto più alto? La leggendaria stagione 2009/2010, culminata con il Triplete. Un’annata perfetta, in cui la squadra nerazzurra, allenata da José Mourinho, ha conquistato Scudetto, Coppa Italia e Champions League.
Un ricordo indelebile per chi ha vissuto quell’impresa da protagonista: “Vincere la Champions è stato incredibile, ma la vera battaglia è stata la semifinale contro il Barcellona. Ho giocato fuori ruolo, su Dani Alves, poi da mediano dopo l’espulsione di Thiago Motta. Abbiamo difeso con le unghie e con i denti per arrivare alla finale”.

Chivu e Josè Mourinho ai tempi dell’Inter – Lapresse
Il rapporto con Mourinho
Fabio Capello lo ha portato in Italia, alla Roma, ma se c’è un allenatore che ha lasciato il segno in Chivu, quello è José Mourinho. Con lo Special One ha condiviso vittorie e lezioni di vita. Un rapporto fatto di schiettezza e rispetto reciproco: “Mourinho una volta mi sostituì dopo 25 minuti dicendomi che sua nonna avrebbe corso più di me. Io non capivo, mi ero impegnato al massimo. Dopo la partita mi disse: ‘Domenica giochi nel tuo ruolo’. Aveva capito che per il bene del gruppo era meglio così. Da lui ho imparato che coerenza e credibilità sono tutto“.
L’infortunio alla testa e la paura di smettere
La carriera di Chivu ha avuto anche momenti difficili, come il grave infortunio alla testa subito nel 2010. Un trauma che ha rischiato di chiudere la sua carriera e che ha lasciato cicatrici profonde: “Ho avuto paura. All’inizio il lato sinistro del mio corpo era paralizzato. L’intervento era rischioso, hanno dovuto ricostruire parte della mia testa. In terapia intensiva era dura, venivo svegliato di continuo, sottoposto a esami. Ma ero vivo, e questo era tutto“.
Il ritorno in campo non fu semplice: “C’erano avversari che chiedevano il cross su di me, sapevano che avevo paura di saltare. Materazzi mi diceva: ‘Fratello, stai al centro, ci penso io’. Con alcuni avversari mi sono preso la mia rivincita… con qualche pestone”.

Chivu e Josè Mourinho ai tempi dell’Inter – Lapresse
La Primavera e lo scudetto del 2022
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, Chivu ha scelto di restare nel mondo del calcio, iniziando il suo percorso da allenatore proprio all’Inter, dove ha guidato con passione e determinazione le giovanili nerazzurre. Dall’ Under 14 fino alla Primavera, ha forgiato talenti e trasmesso la sua esperienza a giovani promesse, tra cui Pio Esposito, Valentin Carboni, Giovanni Fabbian, Cesare Casadei.

Chivu (Parma) e Casadei (Torino), ai tempi della Primavera dell’Inter – Lapresse
La sua visione del calcio è chiara: per crescere, un ragazzo deve essere messo alla prova, superare i propri limiti, affrontare le difficoltà con coraggio. Lo ha dimostrato nella storica cavalcata del 2022, quando portò la sua Primavera a vincere il titolo nazionale dopo una semifinale epica. “Ho vinto campionati e Champions League, ma con voi ho vissuto emozioni uniche“, disse ai suoi ragazzi dopo quel trionfo. Un segno tangibile di quanto creda nella formazione e nella crescita dei giovani.

Cristian Chivu. Credit: Parma Calcio 1913
“Ma ora conta il Parma”
Il passato conta, ma nel presente di Chivu ora c’è il Parma, determinato a lottare fino all’ultimo per restare in categoria. L’Inter non è stato solo un capitolo della sua carriera, ma ancora oggi è un legame che il tempo non può spezzare. I colori nerazzurri sono una seconda pelle per il tecnico rumeno e, sebbene sabato pomeriggio non ci sarà spazio per i sentimenti e anche se sabato pomeriggio non ci sarà spazio per i sentimenti, nel profondo certe storie non si cancellano. Restano dentro, come cicatrici, come trofei invisibili, come un’eco che non smette mai di risuonare.
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