La Roma è tornata al centro della mappa del calcio italiano. Dopo un avvio di stagione sorprendente, i giallorossi si trovano in vetta alla classifica insieme all’Inter, grazie a un percorso che ha consolidato il miglioramento già percepito in estate con l’arrivo di Gian Piero Gasperini. Nonostante le 3 sconfitte contro Torino, Inter e Milan, infatti, la squadra giallorossa ha sfruttato una sorta di vuoto di potere attualmente presente in campionato per agguantare la vetta, seppur in coabitazione con i nerazzurri.
Il tecnico ha trasformato profondamente la squadra, imprimendo un’identità chiara, una intensità riconoscibile e un modo di stare in campo che ha immediatamente rafforzato la competitività della Roma. Il primo posto condiviso con i nerazzurri non è il risultato di episodi fortuiti, ma il prodotto di una struttura di gioco solida, soprattutto dal punto di vista difensivo, e di una capacità crescente di governare le partite.
Quanti miglioramenti! E l’impatto di Gasperini…
Il miglioramento rispetto alla scorsa stagione è evidente già nei numeri: il rendimento dopo le prime undici giornate ha segnato un progresso netto, con la Roma capace di accumulare 24 punti e di registrare la miglior difesa del campionato e una delle più efficaci d’Europa. L’equilibrio tra aggressività e compattezza è uno degli aspetti più impressionanti del nuovo corso: i giallorossi subiscono poco, costringono gli avversari a giocare in spazi ridotti e mantengono costantemente la squadra corta, favorendo recuperi rapidi e ripartenze strutturate. Anche la personalità mostrata nei momenti complicati, come alcune trasferte difficili o la capacità di chiudere le gare in cui serviva grande lucidità, racconta una maturità competitiva che in passato era mancata.
Il cuore della trasformazione porta, inevitabilmente, il nome di Gasperini. Il suo 3-4-2-1, fluido e verticale, ha permesso alla Roma di adottare un gioco a uomo in molte zone del campo, con un pressing sistematico che soffoca la costruzione avversaria e favorisce una continua riconquista della palla. Anche l’aspetto psicologico ha beneficiato del nuovo assetto: diversi giocatori sembrano rigenerati, non solo nei movimenti, ma nella sicurezza con cui interpretano il loro ruolo. Difensori come Mancini, N’Dicka o Hermoso hanno mostrato un salto evidente nella qualità delle letture e nell’apporto alla fase di uscita, mentre alcuni giovani provenienti dal settore giovanile hanno trovato spazio e responsabilità. Non è un caso che il tecnico sia già stato premiato dalla Lega come “Coach of the Month”, riconoscimento che certifica la credibilità del progetto.
Cosa può ancora cambiare
Eppure non tutto è perfetto. L’unico vero limite emerso con continuità riguarda la produzione offensiva. La Roma segna relativamente poco rispetto alle occasioni create e alle concorrenti dirette per lo Scudetto. Diversi fattori hanno inciso: la mancanza di continuità nel reparto avanzato, alcuni infortuni fastidiosi e l’adattamento non immediato di alcuni giocatori alle richieste del nuovo sistema. In certe partite la squadra ha faticato a trasformare il dominio territoriale in pericolosità reale, affidandosi spesso alle soluzioni individuali dei trequartisti o a situazioni da palla inattiva. È un difetto che, se non corretto nel medio periodo, potrebbe pesare nella corsa lunga del campionato, specialmente rispetto a squadre più abituate a vincere e dotate di un repertorio offensivo più vario.
Per farsi un’idea di quanto la Roma sia realmente considerata in corsa per il titolo, uno sguardo alle valutazioni del mercato offre un riferimento utile. Le quote antepost collocano i giallorossi come outsider di lusso: l’Inter mantiene il ruolo di favorita, seguita da Napoli e Milan, mentre la Roma si attesta su valutazioni più alte ma comunque significative. È interessante osservare come i comparatori specializzati permettano di leggere queste oscillazioni in modo più oggettivo, analizzando le differenze fra i vari operatori.
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La corsa Scudetto e le chance della Roma
Tornando alla Roma e alla Serie A, naturalmente la corsa allo Scudetto non si gioca solo sui numeri o sulle valutazioni degli analisti. La tenuta fisica sarà un fattore cruciale, perché il sistema di Gasperini richiede un dispendio energetico elevatissimo e mantenere un’intensità costante per tutta la stagione non è semplice. Sarà determinante anche il comportamento delle concorrenti: Inter, Napoli e Milan dispongono di organici molto profondi e abituati a gestire la pressione di un campionato da vincere. La Roma, invece, dovrà fare i conti con una città che vive emotivamente ogni risultato e che tende a oscillare tra euforia e pessimismo, un fattore che Gasperini sta però gestendo con equilibrio, ricordando più volte che è “giusto sognare, ma bisogna aspettare per fare i calcoli reali”.
Alla fine, quanto è concreta la possibilità che la Roma vinca davvero lo Scudetto? Considerando l’attuale posizione in classifica, la straordinaria solidità difensiva, la crescita mentale e tecnica dei giocatori, ma anche il limite in fase realizzativa e la forza delle rivali, una stima equilibrata può collocare le chance dei giallorossi tra il 10% e il 20%. Non un’utopia, dunque, ma nemmeno una probabilità elevata: una zona intermedia in cui convivono speranza, realismo e la necessità di mantenere costanza assoluta per tutta la stagione. Se l’attacco dovesse crescere, e se la squadra riuscisse a vivere i momenti chiave senza sbandamenti psicologici, la Roma potrebbe rimanere agganciata alla vetta fino alla fine.
In questo momento, la sensazione più forte è che la squadra stia costruendo le basi per restare a lungo competitiva, con alcuni giocatori in rampa di lancio rispetto alla scorsa stagione, come Soulé. Il presente è luminoso, ma i margini per migliorare ci sono, e sono anche notevoli. Per questo, più che chiedersi se lo Scudetto sia un sogno o una possibilità, vale forse la pena prestare attenzione a un fatto: la Roma, oggi, ha finalmente l’aria di una squadra che può provarci davvero.
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