Napoli, a Parma il primo “set point”
Nei giorni in cui il grande tennis infiamma i cuori di migliaia di tifosi con gli Internazionali di Roma, anche per il Napoli c’è una potenziale palla per arrivare al match point. Antonio Conte studia il Parma di Chivu, con l’ex Inter che facendo uno sgambetto alla capolista metterebbe in ghiaccio la salvezza e fornirebbe un assist indiretto all’Inter per il sorpasso. Un ricchissimo antipasto prima dell’ultima giornata, che a meno di clamorose combinazioni sarà decisiva per consegnare la Serie A.

Napoli, Matteo Politano e Matias Olivera (LaPresse)
Jolly scudetto: chi pescherà Conte dal suo mazzo?
Dal 4 maggio 2023 al 16 maggio 2025: 743 giorni dopo, si ripresenta un’ultima tappa in trasferta prima di essere accolti dal ruggito di un Maradona che vuole rivivere quelle sensazioni da scudetto. Proprio quest’ultima, la parola impronunciabile e che popolerà le menti di ogni tifoso partenopeo da qui alla fine, ovviamente Parma (e Inter) permettendo. E soprattutto, con la consapevolezza che ancora una volta sarà anche la panchina a recitare un ruolo non proprio marginale nel film del campionato.
L’asse Italia-Argentina
Simeone e Raspadori: inesorabilmente, il cerchio si restringe sempre a loro due. Come con Spalletti, anche per Conte l’Argentina e l’Italia potrebbero riportare il trofeo nella terra dove si respira ancora la leggenda dell’argentino più napoletano di sempre. Gol che non si possono soltanto accompagnare al concetto di quantità, ma anche a quello della straordinaria importanza. Reti che non si contano, si pesano: l’ex Sassuolo trova la combinazione per scardinare sia la difesa dello Spezia che della Juventus, graffiando con 2 timbri in 97 minuti che portano in dote 6 punti.

Giovanni Simeone (LaPresse)
Lo stesso bilancio per il “cholito”, che incorna il Milan e la Roma nonostante il minutaggio a bassissimo regime (soltanto 44 giri di orologio); un impatto devastante soprattutto per l’importanza di quelle partite nell’economia della stagione. Riavvolgendo il nastro e tornando al presente, notiamo però una vistosa flessione sia nel rendimento che nel rapporto diretto allenatore-giocatore. Spalletti infatti aveva delle interazioni molto più positive con Simeone e Raspadori, affidandogli anche dei momenti importanti di partite preziose. Conte invece, ha offerto soltanto spezzoni di partita al figlio del “cholo” (circa 13 minuti per ogni apparizione) e 943 giri di lancette al classe 2000 (che ha trovato comunque il modo di centrare la porta 6 volte).

Giacomo Raspadori (LaPresse)
Gli outsider degli outsider nel Napoli del passato e del futuro
Si inseriscono però delle variabili impazzite nell’equazione: due anni fa erano Lozano e Elmas i due “supersub” inattesi; quest’anno invece, tocca a Neres raccogliere quel testimone. Il messicano era stato decisivo nel 3-2 contro il Bologna e nel 2-0 contro l‘Empoli, dove aveva trovato il rigore stappa-partita. Il macedone invece aveva impresso il suo marchio nella trasferta delicata contro l’Atalanta e nel 3-2 casalingo contro l’Udinese. Nel caso del brasiliano invece, c’è da rimettere a disposizione tanto calcio e molte giocate, dopo due infortuni che gli hanno fatto tirare il freno e lo hanno tolto dal campo per 8 partite nelle ultime 12.
Luca Ottaviano
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