Pescara-Catania, agli Ottavi play-off ci va Baldini: sogno Serie B rinviato per Toscano
Doveva essere l’annata della rinascita, invece si prospetta un altro anno nel purgatorio della Serie C. È quanto il campo ha restituito al Catania di Domenico Toscano, uscito sconfitto nella doppia sfida contro il Pescara valevole per il Primo Turno della Fase Nazionale play-off. Una sconfitta di misura all’andata, all’ombra dell’Etna, costata cara a Di Tacchio e compagni che pur vincendo (1-2) all’Adriatico non sono riusciti nell’impresa di agganciare il treno degli Ottavi di Finale. A passare il turno sono stati i biancocelesti di Silvio Baldini grazie al miglior piazzamento in classifica (quarto il Pescara nel raggruppamento B, quinto il Catania nel girone C, ndr).
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Catania, peggio dell’anno scorso ma con il monte ingaggi più ricco della C
Una vittoria amara per il Catania che, nella notte dell’Adriatico, ha abbandonato definitivamente le speranze Serie B. Un’eliminazione arrivata con un turno d’anticipo rispetto allo scorso anno quando i siciliani di Michele Zeoli furono eliminati dall’Avellino (1-0 all’andata, 2-1 al Partenio) al Secondo Turno della Fase Nazionale. Un destino crudele per una delle piazze più calde d’Italia (quest’anno, di media, erano presenti oltre 15mila spettatori al Massimino con punte anche di 20mila) che per il terzo anno di fila dopo il fallimento si ritroverà a vivere l’inferno della Serie C. Nonostante investimenti mostre e il monte ingaggi – secondo i dati stilati da La Gazzetta dello Sport lo scorso 31 dicembre – più alto della Serie C con oltre 11,5 milioni.
Dunque, com’è possibile che il Catania non riesca a centrare la promozione? Tante le concause, a partire dalla competitività del Girone C che dopo diverse stagioni di dominio (vedi i casi Ternana, Bari, Catanzaro e Juve Stabia) ha visto una corsa a due tra Avellino e Audace Cerignola per la Serie B. La vera bagarre si è invece concentrata dietro, nella zona play-off, con la griglia della post season rimasta incerta fino all’ultima giornata. Di sicuro, poi, le radiazioni di Taranto e Turris non hanno certo beneficiato al Catania (cui sono stati sottratti quattro punti) che, insieme al Benevento e alla Juventus Next Gen, è stato costretto a rispettare due turni di riposo a otto giornate dalla fine della stagione.
La rivoluzione estiva non ha pagato. E adesso?
C’è poi un risvolto di squadra che, dopo la pesante rivoluzione effettuata in estate (20 acquisti e 24 cessioni) ha necessitato di tempo per ingranare. Buoni i numeri di Roberto Inglese che alla soglia dei 34 ha chiuso la stagione con 14 reti in 31 presenze. Dietro tanta fatica con i sei centri a testa di Jiménez e Lunetta, le quattro reti di Stoppa e i soli tre gol di Montalto. Tutto sommato positivi i numeri della difesa (quinta in assoluto dietro Monopoli, Avellino, Picerno e Cerignola) per una formazione che ha chiuso la stagione regolare con 14 vittorie, 12 pareggi e 8 sconfitte. Più che positiva anche la striscia di risultati utili consecutivi nel finale di stagione: 10 nelle ultime 11 giornate (sei vittorie e quattro pareggi) eccetto l’1-2 a domicilio contro l’Avellino.
All’orizzonte, settimane di riflessioni sull’allenatore (Domenico Toscano non sembra in odore di addio) e sulla rosa. Presumibile che in estate si ripartirà solo da un ristretto numero di calciatori per poi dar vita all’ennesima rivoluzione in vista di una stagione che dovrà vedere il Catania protagonista. O almeno, è quello che sperano dirigenza e tifosi. La realtà è che per i rossoblù si prospetta un altro anno di purgatorio. Poi, chissà.
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