A Pisa staranno girando per le strade con i fuochi d’artificio pronti a esplodere. Un solo punto per fare partire la festa, senza guardare ai risultati dello Spezia. I nerazzurri sono pronti a rispondere ai festeggiamenti del Livorno. Una grande rivalità vissuta anche a distanza di categoria. Filippo Inzaghi ha saputo “sfoare di brutto” come dicono da quelle parti. E sta per prendersi una bella rivincita dopo anni vissuti nell’ombra. Potrebbe essere la sua seconda promozione, dopo quella con il Benevento dei record del 2019-2020. Usiamo il condizionale, non vogliamo prenderci responsabilità. Pippo invece in stagione se ne è prese tante.
Pisa, la meraviglia di Inzaghi
Inzaghi ha saputo difendere la sua squadra, anche nei momenti di difficoltà dopo gli scontri diretti persi con Sassuolo e Spezia. Non ha sofferto la distanza che si era ridotto fino a soli tre punti di vantaggio e ha saputo trasmettere tranquillità alla rosa. Quello che fa un allenatore maturo. Ormai è in panchina da oltre dieci anni e cerca l’occasione per fare il salto di qualità. Anche se a Pisa sta bene: “Il mio futuro è qui” ha detto nelle scorse ore. Ha costruito una meraviglia e vuole continuare a coccolarla, anche in Serie A.

(foto di Alessandro La Rocca/LaPresse)
Il “Matto” Tramoni, il Monsieur di Pisa
Per un allenatore che segnava in tutti i modi, anche di quelli brutti da rivedere in tv, non poteva che calzare a pennello un “matto” come Tramoni. Lo chiamano così, avranno le loro ragioni in spogliatoio. Certo rispetto a Pippo è più elegante, ha più dribbling. Ma hanno saputo sintonizzarsi sulle stesse frequenze. Un francesino che ha saputo immergersi subito nel panorama italiano. Da Ajaccio, dove è nato, a Cagliari, il passo è stato breve. Poi il volo verso il nord, prima al Brescia in prestito e ora al Pisa. “Mister Inzaghi ci fa entrare in campo con la bava alla bocca. Ci dice sempre che ha vinto tutto perché aveva più voglia degli altri” aveva detto a Cronache di Spogliatoio. In campo si è visto. Tredici gol e spesso decisivi, oltre a un’intesa perfetta con il resto del tridente.

(foto di Gianni Santandrea/LaPresse)
Pippo, un po’ Simone un po’ Gasp. Si confermerà in A?
Il fratello Simone sta per giocarsi l’accesso alla finale di Champions League e anche se lo farà con l’Inter è impensabile che Pippo non faccia il tifo per lui. E forse ha preso spunto anche in campo. Difesa a tre coraggiosa ed esterni a tutta fascia. Ma c’è anche una piccola differenza, Filippo di attaccanti ne usa tre, mentre il tecnico dei nerazzurri di Serie A (anche i colori al momento li legano) ha avuto una grande emergenza in questo reparto. Quindi si avvicina più alle idee di Gasperini, con un 3-4-3 molto ibrido e che cambia in base alla necessità con Tramoni e Moreo bravi ad associarsi a Lind. In Serie B ha saputo dare un’identità alla squadra. Ora Inzaghi dovrà ripetersi anche in A per cercare di non ripetere i vecchi errori del passato.

(foto di Alessandro La Rocca/LaPresse)
L’ultima volta del Pisa in Serie A
Ma quando ha giocato l’ultima volta il Pisa in Serie A? Bisogna fare un salto indietro alla stagione 1990-1991, 34 anni fa. Le squadre erano 18 e le retrocessioni quattro. I toscani arrivarono sedicesimi. Ma come è andato quell’anno in A? Ad alzare il trofeo fu la Sampdoria dei gemelli del gol Mancini-Vialli e Boskov. Alla Juve era appena arrivato Baggio (anche se i bianconeri terminare la stagione al settimo posto con Maifredi), mentre il Pisa scovò Diego Simeone dall’Argentina. I nerazzurri potevano contare anche su Padovano e Larsen. Ma non riuscirono ad evitare la retrocessione. Il livello era molto più alto. Ora Inzaghi spera di avere una rosa ricca di giovani talenti e calciatori di personalità per difendere la Serie A. Tra qualche giorno inizieranno i festeggiamenti, ma il tecnico non ha intenzione di cambiare umore anche nel 2026.
Continua a leggere le notizie di OA Calcio e segui la nostra pagina Facebook
