Serie A a 18 squadre? Ecco la risposta di Gravina
Intervenuto sulla coda del Consiglio Federale, il presidente della Figc, Gabriele Gravina, è tornato sul tema molto discusso del calendario congestionato, mettendolo in relazione anche e soprattutto al potenziale passaggio della Serie A da 20 a 18 squadre. Una questione che apre degli scenari importanti verso il futuro.
Le parole del Presidente della Figc
“Non affronto più la questione, ho riconosciuto l’autonomia alla Lega di A. Ho però maturato esperienza e posso dire che la cosa non sarà più un problema della Serie A ma di carattere globale, tutto il mondo del calcio se ne renderà conto: dopo la fase finale del Mondiale per Club, dopo uno splendido format come quello della Super Champions, forse qualcuno sarà indotto a fare riflessioni, non solo in Italia ma a livello globale”. E in effetti, il discorso si intreccia inesorabilmente con molti altri tasselli che compongono un mosaico sempre più precario.

Gabriele Gravina (LaPresse)
Qualche spunto di riflessione e cosa comporterebbe il passaggio ad una Serie A a 18 squadre
Partiamo da una facile ma necessaria ovvietà: il calendario è sempre più intasato di impegni e le stagioni si allungano, specialmente per quei 32 club che dal 14 giugno al 13 luglio inaugureranno il nuovo format del Mondiale per Club. Discorso potenzialmente applicabile però a tutti i principali campionati europei, tranne la Bundesliga che dal 1992 è un torneo a 18 squadre (con meccanismi legati alla retrocessione meno immediati e che passano per playout e spareggio).
E’ possibile dunque pensare ad una Serie A composta da diciotto club? Sicuramente, ma non è un’equazione che si compone di un singolo elemento. Necessariamente, una riforma di questa portata andrebbe a coinvolgere a cascata tutti i campionati e le categorie sottostanti, per assorbire in maniera organica questo cambiamento. In più, spostando il focus sul lato pratico, per ogni squadra ci sarebbe senza dubbio più ossigeno, ma staremmo comunque parlando di 4 partite in meno, all’interno di un calendario che alle compagini impegnate su più fronti imporrebbe in ogni caso un ritmo forsennato.
Prendendo l’esempio dell’Inter infatti, nella più rosea delle aspettative la stagione si comporrà di 61 match (a cui aggiungere eventuali turni ad eliminazione diretta nel Mondiale per club), numero molto simile ai 59 impegni potenziali per il Barcellona, o ai 59 dell’Arsenal, o ancora ai 57 del Psg. Il tutto condensato in un arco temporale di circa 270 giorni, per una media (sempre considerando una stagione estremamente positiva) di circa 1 partita ogni 4,6 giorni. Per concludere, il concetto dell’abbassamento del numero di partecipanti al massimo campionato italiano sarebbe un primo passo, ma limiterebbe soltanto in minima parte il problema di un programma stagionale sempre più intasato.

Nicolò Barella, Inter – Lapresse
Luca Ottaviano
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