Seguici su

Ciao, cosa stai cercando?

Calcio italiano

Dentro la crisi dell’Inter: non è solo stanchezza e mercoledì c’è il Barcellona

Inter, una settimana da incubo: dal sogno Triplete al rischio zero tituli, cosa è successo in pochi giorni alla squadra di Simone Inzaghi?

Simone Inzaghi, Inter
Simone Inzaghi, Inter - Lapresse

Quella che sembrava essere una marcia trionfale sta ora assumendo i contorni di un incubo doloroso. In appena sette giorni, l’Inter ha visto crollare gran parte delle sue ambizioni: prima la caduta di Bologna, che ha permesso al Napoli di raggiungerla in cima alla classifica; poi la cocente eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Milan; infine, l’ennesimo schiaffo subito contro la Roma, che ha consentito alla squadra di Antonio Conte di allungare a +3.

Un disastro simile, con tre sconfitte consecutive senza nemmeno un gol all’attivo, non si verificava dal lontano 2012, quando in panchina sedeva Claudio Ranieri. Il timing non potrebbe essere peggiore: alla vigilia della semifinale di Champions League contro il Barcellona, il sogno del Triplete è svanito e l’orizzonte si fa sempre più nebuloso.

Nicolò Barella, Inter

Nicolò Barella, Inter – Lapresse

Crollo fisico e mentale

La stanchezza sta divorando l’Inter. Contro la Roma si è vista una squadra lenta, prevedibile, senza mordente: un possesso palla sterile, mai davvero pericoloso, figlio di gambe pesanti e menti offuscate.
Le fatiche di un calendario massacrante stanno presentando un conto salatissimo. Dopo l’exploit di Monaco contro il Bayern, sembrava che i nerazzurri fossero riusciti a superare indenni la tempesta. Invece, era solo un’illusione.
Come ha ammesso lo stesso Simone Inzaghi, il vero problema non è solo fisico, ma soprattutto mentale: il blackout di aprile rischia di vanificare quanto di buono costruito nei mesi precedenti.

Matias Soulè (Roma), in gol contro l'Inter

Matias Soulè (Roma), in gol contro l’Inter -Lapresse

Thuram, dove sei?

Il problema offensivo è sotto gli occhi di tutti: senza Marcus Thuram, l’Inter ha perso profondità, velocità e imprevedibilità. Non può essere sempre Lautaro Martinez a togliere le castagne dal fuoco e caricarsi la squadra sulle spalle come è già successo diverse volte in stagione. Il dato delle ultime tre uscite stagionali è impietoso: zero gol nelle ultime tre partite. E le alternative non hanno convinto: né Correa, né Arnautovic, né Taremi hanno garantito un apporto adeguato. L’attacco più prolifico della Serie A (72 gol in 34 gare) si è improvvisamente inceppato nel momento più delicato della stagione.

Aprile, dolce…. Difesa in tilt

I problemi non si fermano davanti: l’Inter balla anche dietro. Se nella passata stagione i nerazzurri avevano chiuso il campionato con appena 22 reti subite, solo nel mese di aprile ne hanno già incassate 12. Il gol di Soulé contro la Roma è l’emblema di una retroguardia irriconoscibile: disattenzioni collettive, rimpalli fortuiti, marcature saltate. Errori che fino a poche settimane fa sembravano impensabili, oggi si ripetono con preoccupante regolarità.

E senza Mkhitaryan…

Non solo Thuram, contro la Roma ha pesato anche l’assenza di Mkhitaryan in mezzo al campo. L’armeno, tra l’altro ex della sfida contro i giallorossi, è imprescindibile nello scacchiere di Simone Inzaghi. Quando è in campo, il centrocampo nerazzurro gira con fluidità: c’è spazio per l’estro di Barella e gli inserimenti di Calhanoglu.
Senza di lui, il meccanismo si inceppa.

Henrikh Mkhitaryan Inter

Henrikh Mkhitaryan e Thuram, Inter – Lapresse

Nonostante i 36 anni compiuti a gennaio, Mkhitaryan continua a offrire un rendimento di altissimo livello; tuttavia ad oggi manca un calciatore in grado di sostituirlo con la stessa efficacia. Una lacuna che la società dovrà colmare quanto prima, visto che l’ex Dortmund e United, tra le altre, non è più un “ragazzino”.

Zero reazione, zero carattere

A spaventare forse più di tutto è l’atteggiamento. Contro Bologna, Milan e Roma, l’Inter non solo ha perso, ma non ha mai dato l’impressione di poter reagire. Nel derby di Coppa Italia è bastato un gol sul finire del primo tempo per far crollare la squadra, mentre a Bologna, nonostante il gol di Orsolini sia arrivato solo nel finale, Barella e compagni non avevano mai dato la sensazione di venirne a capo.

Volendo tornare ancora più indietro, a Parma ad esempio, dopo la rimonta crociata, la compagine nerazzurra rischiò addirittura di capitolare nel finale. Dopo la reazione nella semifinale di ritorno col Bayern Monaco, l’Inter è crollata a terra come un pugile suonato. Mercoledì a Barcellona, nella semifinale di Champions, servirà ben più di una reazione: servirà ritrovare l’anima, la forza e l’orgoglio che fino a poche settimane fa facevano tremare l’Europa.

Continua a leggere le notizie di OA Calcio e segui la nostra pagina Facebook

Scritto da

Giornalista pubblicista dal 2022, Laureato in Lettere Moderne e Giornalismo e Cultura Editoriale e Multimediale. Il calcio è la miglior medicina, ma consiglio vivamente anche le altre pillole sportive. Vivo e sogno ad occhi aperti, il traguardo più importante è il prossimo.

E tu cosa ne pensi?

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *