Non chiamatela una partita come le altre: è il “Clàsico”
Avete presente quegli eventi in cui il mondo si ferma e guarda verso un’unica direzione? Ebbene, il Clàsico tra Real Madrid e Barcellona appartiene a quella categoria. Catalizzatore impressionante dell’attenzione di milioni di telespettatori, uniti da un’unica passione alimentata dalla fiamma di un’antica e aspra rivalità. Oggi proviamo quindi ad andare alle radici del mito, raccogliendo cinque curiosità e avvenimenti imprescindibili nel corso di più di un secolo di battaglie ideologiche, politiche e sportive.
Quando la politica fagocita lo sport
Una delle pagine più cupe e al contempo spartiacque nella rivalità tra Barcellona e Real Madrid è sicuramente l’uccisione di Josep Sunyol. Siamo nel 1936, data scolpita nella memoria storica della penisola iberica: il regime franquista aveva spazzato via la seconda repubblica spagnola. L’allora presidente dei blaugrana era in visita alle truppe repubblicane a nord della capitale, ma venne arrestato e giustiziato senza processo dalle truppe di Francisco Franco. Uno strappo insanabile che ha aperto una vera e propria spaccatura nei rapporti geopolitici tra il nord est della Spagna e il centro. Una divisione netta, nella quale lo sport gioca ancora una volta un ruolo fondamentale: il calcio diventa infatti un catalizzatore biologico di questo scontro ideologico e politico, con il Real Madrid che incarna i valori della corona e del potere centralizzante del regime, mentre il Barcellona è simbolo dell’identità catalana.
Da Di Stefano a Ronaldo Nazario: i doppi ex del Clàsico…e chi poteva diventarlo
Alfredo Di Stefano
Un’altra pagina (o meglio, un capitolo) affascinante riguarda i “doppi ex” e un’eccezione molto controversa. Partiamo dall’ennesima pietra dello scandalo: Alfredo Di Stefano, uno dei giocatori più iconici nella storia del calcio. Nell’estate 1953, l’argentino era al centro di due fuochi, poiché River Plate e Millionarios si contendevano il suo cartellino. La vena realizzativa e l’estro dell’attaccante però arrivano fino penisola iberica, con blancos e blaugrana a sfidarsi per l’acquisto: i primi si rivolsero ai Millionario, versando 1,5 milioni di pesetas; d’altro canto però, i catalani pagarono 4 milioni di pesetas al River Plate.
Sulla questione, viene interpellata la Federcalcio spagnola: il generale Moscardo (uomo di fiducia di Francisco Franco nonché Presidente della Delegacion nacional de deportes) opta per una comproprietà, con il calciatore che avrebbe alternato una stagione in “camiseta blanca” e una in “blaugrana”. Fu il Barcellona però a rifiutare la soluzione scelta, dando l’opportunità ai rivali di sempre di aprire una delle dinastie più dominanti nella storia di questo sport. Con il Real infatti, Di Stefano vince le prime 5 Champions League consecutivamente.

Raymond Kopa in mezzo a Ferenc Puskas e Alfredo Di Stefano – Lapresse
Luis Figo
Passiamo a Luis Figo, uno degli acquisti che hanno segnato il passaggio all’era dei “Galacticos”. Il portoghese, dopo cinque anni in Catalunya, mette in scena uno dei “coup de théâtre” più clamorosi di sempre: nell’estate del 2000 avviene l’approdo al Real Madrid. Una “traicion” che scava un solco nei cuori del pubblico blaugrana, pronto a restituirgli un colpo rimasto nell’immaginario collettivo. E’ il 23 novembre 2002 e il popolo catalano si rende protagonista di una scena che sembra uscita dal “Padrino”, capolavoro di Francis Ford Coppola: Figo si avvicina alla bandierina per battere un corner, ma a pochi passi dal lusitano viene lanciata una testa di maiale.
Ronaldo Nazario
L’ultimo epocale cambio di lato riguarda Ronaldo Luis Nazario da Lima, detto “O fenomeno”. Intervallato da cinque folgoranti stagioni all’Inter, nelle quali sfodera giocate che diventano cult nell’immaginario di qualsiasi amante di questo sport. Il Brasiliano arriva come ultimo tassello in un mosaico di supercampioni, un gruppo tanto bello quanto maledetto che alla casella “trofei internazionali” troverà per sempre accanto il numero “0”.
La partita con il risultato più largo
Umiliazione storica, onta, o soltanto caso isolato in uno spettro potenzialmente infinito di variabili? Nella pluricentenaria tradizione del “Clàsico”, il risultato con lo scarto maggiore ci fa riavvolgere il nastro al 13 giugno 1943. In un surreale clima da seconda guerra mondiale (a cui la Spagna non partecipa), un fulmine squarcia il cielo del panorama calcistico spagnolo: i “blancos” radono al suolo i blaugrana con un 11-1 roboante. Non è però l’unica goleada che ha colorato negli anni questo duello: più spesso di quanto si pensi infatti, la sconfitta per una delle due assume proporzioni molto consistenti.

Real Madrid-Barcellona (LaPresse)
La “manita” è infatti un risultato ricorrente, come accadde il 29 novembre 2010, giorno in cui i catalani schiantarono le “Merengues” con l’ormai celeberrima esultanza di Gerard Pique, che salutò a mano aperta gli avversari e alimentò il fuoco della rivalità. Fu a suo modo di rottura anche il 2-6 del 2 maggio 2009, perché rappresenta tutt’oggi la vittoria più larga del Barcellona al Bernabeu, la casa del Real.
I migliori marcatori nella storia del confronto
Per molti, la risposta sarà scontata. Il principe del gol nel Clàsico è quel meraviglioso numero 10 blaugrana: Lionel Messi comanda per distacco la classifica marcatori del confronto, con 26 reti in 45 presenze contro i “Blancos”. A questi aggiunge anche 14 assist, con una media di 1 contributo tra gol e assist ogni 1,12 partite. Al secondo posto nella classifica troviamo un ex aequo tra Di Stefano e Cristiano Ronaldo con 18 centri, ma l’originario di Madeira ha raggiunto la cifra in 29 presenze mentre l’argentino ha impiegato un’apparizione in più per segnare lo stesso numero di gol. Al quarto posto c’è Raùl con 15 timbri, mentre a chiudere la top 5 c’è un tridente formato da Paco Gento, Ferenc Puskas e Cèsar Rodriguez a 14 gol.
Quando il “Clàsico” è decisivo per le coppe
Non è la prima volta che una partita del genere risulta essere l’ultimo atto o un crocevia importante per una coppa, nazionale o internazionale. Soltanto nell’ultimo decennio, il match è stato cruciale 4 volte per assegnare la Supercoppa di Spagna, con 2 vittorie per parte. Inoltre, anche in Copa del Rey le due squadre si sono contese in 2 occasioni l’accesso alla finale (con 2 k.o. per il Barcellona), mentre in 1 caso è stata proprio questa la finale, con la storica cavalcata di Bale a risultare decisiva a favore delle “Merengues”. Il Clàsico però vuol dire anche Champions League: in questa circostanza, nella semifinale del 2011 furono i blaugrana a schiantare il Real con uno 0-2 al Bernabeu segnato dalla scintillante doppietta di Messi.
Luca Ottaviano
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