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Rice, pendolo Arsenal: effetto Roberto Carlos, influenza Rodri e quei problemi politici

La dura scelta tra l’Irlanda e l’Inghilterra, il cartellino monstre e le due perle contro il Real Madrid: Rice, il Dalì dell’Arsenal

Rice
Arsenal's Declan Rice celebrates after scoring his side's second goal during the Champions League quarterfinal first leg soccer match between Arsenal and Real Madrid at the Emirates Stadium in London, Tuesday, April 8, 2025. (AP Photo/Frank Augstein)

“Il tempo non puoi possederlo, ma puoi usarlo” – da Harvey MacKay all’Arsenal il pensiero è simile. E i Gunners hanno affidato la loro clessidra in mano a Declan Rice. Il centrocampista inglese scandisce il ritmo della squadra in campo, come un pendolo, e decide quando è il momento di accelerare o frenare. Contro il Real Madrid si è preso anche la scena con due punizioni da Louvre. E a proposito di tempo, la prima ci ha mandato indietro di circa 28 anni.

Rice e l’effetto Roberto Carlos

Quando prepari la rincorsa per un calcio di punizione e il tuo sguardo si incrocia con quello di Roberto Carlos, la pressione è l’unica umana conseguenza. Rice non l’ha sentita, anzi ha tratto ispirazione dalle immagini sul maxischermo dell’Emirates. Tiro a giro, di fianco alla barriera e pallone che si curva verso la porta. Immagini che con le dovute proporzioni riportano al 3 giugno del 1997, quando il terzino brasiliano realizzò una punizione contro le leggi della fisica contro la Francia. Un esterno mancino che è finito su tutti le videocassette degli amanti del calcio. Il centrocampista dei Gunners non ne aveva mai segnata una in carriera. Contro il Real ne ha messe a segno due, con la seconda calciata come un cecchino professionista, con la sfera depositata al millimetro sotto l’incrocio dei pali.

Rodri e i raggi X della Premier

Rice si ricorderà questa notte per tutta la vita. Vincere contro il Real Madrid in Champions è già una grande emozione, farlo 3-0 con una tua doppietta vale un cimelio. Eppure nel 2023 in molti hanno criticato il suo acquisto. Non tanto per il valore del calciatore, quanto per la cifra spesa: 116,6 milioni di euro nelle casse del West Ham. E la volontà di Arteta ha fatto sicuramente la differenza. L’allenatore dell’Arsenal ha lavorato a stretto contatto con Guardiola al Manchester City e ha capito il suo modo di valorizzare alcuni giocatori spesso non colpiti dalla luce dei riflettori, ma determinanti. Proprio come Rodri, che ha dovuto vincere una Champions prima di essere riconosciuto a livello mondiale. Il tecnico dei Gunners ha cercato un suo prototipo per alzare il livello del club e gli occhi sono caduti subito su Rice. Stessa stazza e qualità simili. Ora scandisce il tempo della squadra come un pendolo e quando manca la sua assenza si fa sentire. Proprio come il City senza il suo Pallone d’Oro, con la squadra di Pep che non arriva più in orario.

Declan Rice

(AP Photo/Frank Augstein)

La politica e la maturazione di Rice

Non solo calcio, anche la politica ha accompagnato Rice. Soprattutto per la Nazionale. Il centrocampista dell’Arsenal ha dovuto scegliere tra l’Irlanda (in possesso della cittadinanza grazie alle origini dei nonni) e l’Inghilterra. Ha inizialmente vestito la maglia verde, ma l’influenza dei Tre Leoni lo ha convinto poi a prendere un’altra strada. E nonostante gli fosse stata offerta la fascia da capitano, il mediano ha deciso di rappresentare la nazionale dell’allora ct Southgate nel 2019.

Una scelta in controtendenza alle sue idee politiche giovanili. Infatti è finito nell’occhio del ciclone per un suo tweet d’appoggio all’IRA, un’organizzazione militare nata a inizio Novecento per liberare il territorio irlandese dal dominio inglese. Si è poi prontamente scusato: “Ero un ragazzino, le mie parole non significavano nulla a livello politico e non mi rappresentano”. Dopo le due punizioni delle scorse ore se ne saranno fatti una ragione.

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